A volte capita di conoscere qualcuno per caso, tipo dal carrozziere, e capita di scoprire che la persona che hai davanti è 10 volte campione italiano di minimoto. E’ così che ho incontrato Luigi Orioli, per caso.
Siamo rimasti a chiacchierare per ore, vista la reciproca e istintiva simpatia. Inevitabile per me desiderare di approfondire la sua storia, per cui mi son fatta raccontare la sua carriera motociclistica chiedendogli di ricordare anche qualche aneddoto simpatico.
Devo dire una cosa di Luigi, che leggendo non si può capire, ma parlando con lui sì. Luigi ha vinto tanto, aveva la stoffa del campione, e lui lo sa bene. Ogni suo racconto lo dimostra, ma mai, mai davvero, nelle sue parole si percepisce presunzione o saccenza. Lui semplicemente racconta, anzi, nei suoi occhi c’è ben altro:
Ho iniziato a 4 anni, nel 1982 facendo cross. Poi nel 1991 a 11 anni ho provato le minimoto sulla piccola pista di San Marco alle Paludi (FM).
(nota: ci ho girato anche io con la pitbike, è piccola e divertente, ora purtroppo tenuta male).
Ho poi iniziato a correre nel campionato italiano minimoto dove ho vinto dal 1990 fino al 2005 undici titoli più due europei. Correvo con Valentino Rossi, Dovizioso, Iannone, Melandri… Io e Valentino ce la battevano eh, ogni tanto arrivava primo lui ogni tanto io.
Nel 1998 Luigi fa il suo debutto nel campionato Aprilia Challenge cat. 125 chiudendo terzo.
Al debutto sono partito ventunesimo, dopo due giri ero primo ma all’ultimo sono caduto. Nel 1999 arrivo al campionato SP con Cagiva con il team Villa, nel 2000 arrivo II al campionato con tre gare in meno. La Cagiva non vinceva più, nessuno ci voleva correre. Io sono riuscito a riportarla sul podio a Misano nel 2000.
Luigi, qualche aneddoto, dai:
Correre è costoso e io cercavo sempre di risparmiare, così spesso dormivo in tenda. Una notte cominciò a piovere tantissimo. La mia tenda era strappata e la coperta si era completamente bagnata. Mi sono svegliato con la febbre altissima…ma dovevo girare, avevo degli ottimi tempi, non potevo non correre. Un amico medico mi ha fatto una ricetta al volo, così ho preso la macchina e sono andato in giro per Rimini in cerca di una farmacia di turno. Malaticcio, sudato, pallido…. la polizia mi ha visto e fermato e alla mia richiesta di una farmacia di turno mi hanno tirato fuori dalla macchina trattandomi da tossico. Ho cercato di spiegarmi, ma hanno cominciato ad ascoltarmi solo quando ho mostrato loro il foglio coi tempi e la ricetta del dottore. Beh… Mi hanno scortato con tanto di volante alla prima farmacia di turno!
Nel 2001 debutta con GIP con trofeo Honda 125, facendo diverse poolposition. Dal 2001 al 2005 Luigi continua a conquistare vittorie.

Nel 2003 si rompe il malleolo. Anche una frattura ossea con lui è divertente:
Quando mi sono rotto il malleolo, mia mamma mi ha raggiunto in ospedale. All’inizio ha pensato che avessi preso una botta in testa perché mi ha trovato che, ancora con indosso la tuta, facevo i testacoda in carrozzina lungo il corridoio dell’ospedale di Aversa. Parcheggiata la carrozzina, sono andato a parlare con il mio medico per dirgli che no, non mi avrebbe ingessato. Si è così arrabbiato che mi ha tirato il referto addosso. Alla fine ho accettato di ingessarmi solo perché la tirocinante che doveva farlo era molto carina.
Luigi dopo 3 giorni, tirocinante a parte, decide di togliersi il gesso e correre. A pochi minuti dalla partenza era in testa, ma purtroppo durante gli ultimi giri il dolore si fa sentire. Chiude la gara comunque terzo: grazie ai punti conquistati, riesce a vincere il campionato italiano!
Da questi racconti si capisce quanto Luigi fosse testone e cocciuto, ma perchè aveva voglia di correre e vincere, aveva il gusto e la passione che solo i grandi campioni hanno; e questo vale sempre, perché da quello che ho visto è determinato anche ora e in tutti gli ambiti della sua vita!
Nel 2006 entra nel trofeo cbr 600. Purtroppo non andò benissimo a causa di numerose cadute che gli hanno provocato altrettante fratture. In quegli anni però Luigi stava già uscendo dal mondo corse.



Parlando di quegli anni d’oro, viene inevitabilmente fuori il racconto del suo legame con Valentino Rossi. Oltre a correre insieme, si frequentavano anche al di fuori del mondo corse e durante le vacanze.

Ricordo di un capodanno trascorso insieme a casa di mio zio in montagna. Quel capodanno io e Valentino abbiamo rubato la macchina di mia madre ed insieme ad altri miei amici siamo andati in mezzo alle strade innevate in montagna. Io guidavo, Valentino mi faceva da navigatore. Facevamo praticamente rally! Ancora ricordo le urla di mia madre.
Luigi ricorda, racconta, sorride. Non posso però non notare nel suo sguardo un velo di nostalgia e tristezza. Gli chiedo, nel modo più delicato possibile, se ha voglia di dire come mai ha smesso di correre, avendo le carte in regola per diventare un campione di MotoGP.
La prima cosa che mi ha costretto a smettere sono stati gli enormi sacrifici soprattutto economici necessari per permettermi di continuare. Potevo farlo solo grazie alla mia famiglia e all’aiuto di un mio caro amico. Son stato sfortunato: mio padre ha avuto problemi di salute e questo caro è amico se n’è andato troppo presto. Mi sono trovato improvvisamente solo ad affrontare questo mondo, duro, senza una squadra…..solo.
Un’altra sfortuna ce l’ho avuta quando ho incontrato Valter Villa, 4 volte campione del mondo negli anni 70. Valter aveva creduto subito in me, voleva portarmi in GP. Purtroppo anche Valter è morto nel 2002.
Oggi Luigi non corre più, per lo meno non in moto e non per lavoro. Ha una azienda sua di insegne, stampa, cartellonistica, allestimenti di interni, espositori, decorazione automezzi…(è grazie a lui che sulla mia moto c’è scritto LuX 😊), ma è comunque un vincente, uno che osa, uno che è riuscito a reinventarsi e a mettere su una grande azienda.
Quando ho dovuto traslocare, mi sono accorto che avevo circa 300 coppe da imballare e portare via con me. Posso dirti con orgoglio che alcuni miei record non sono stati ancora battuti! La pista di Caltelraimondo ha una curva con il mio nome.

Ho avuto modo di ascoltare con un po’ di commozione una chiacchierata tra lui e sua mamma: lei orgogliosissima di lui e con lo stesso sguardo nostalgico gli dice parole del tipo:
“tu raggiungevi sempre il limite, per questo vincevi” “Tu osavi più degli altri” “eri il più forte”. Le mamme… esseri meravigliosi quando sono così orgogliose!
In qualche modo Luigi nel 2007 decide di mettere a servizio di altri le sue esperienze. Quando smette di correre, comincia infatti a seguire come Mental Coach alcuni piloti del campionato italiano velocità.
Luigi oggi ha una famiglia, un lavoro, qualche acciacco fisico dovuto alle numerose cadute, ma alla mia domanda “Ti viene mai voglia di riprendere la moto?”, la risposta è un secco e deciso “SI”
Lo ringrazio per aver accolto le mie domande e per avermi raccontato. Luigi, io ti aspetto in strada… anche se credo farò fatica a starti dietro!