Per anni ho trascorso almeno una parte delle mie vacanze estive in Toscana con la moto. I miei primi km li ho fatti lì, i primi viaggi, le prime avventure in sella. La Toscana è stata molto importante per la mia storia personale, e lo è stata anche per la mia storia motociclistica. E’ in una Toscana assolata e accaldata che ho lasciato un pezzo di me. Quest’anno per la prima volta, per ragioni personali e lavorative, non ho avuto modo di fare il mio solito tour: alcune tappe erano fisse, ad esempio fermarmi all’ Umbria Jazz prima di andare a Mercantia. Ho molto sofferto per questa rinuncia. Proprio in questi giorni, gli scorsi anni ero lì, con la mia Yamaha, ecco il motivo per cui ho deciso di rispolverare un vecchio articolo, scritto forse con lo stile che avevo qualche tempo fa. Oltre al mio racconto, ho inserito per voi gli itinerari che ho percorso. Chissà, magari qualcuno leggendo ne trae spunto e parte al posto mio. Buona lettura e…buon viaggio!

La Toscana d’estate! Bella, calda, gialla come il grano, rossa come il vino, piena come la pancia ovunque ristorante troviate.  La Toscana è una delle mie mete preferite in moto, ha un qualcosa di magico che ogni tanto ho bisogno di rivivere, come per andare a prendere nutrimento.

Tempo fa (tanto, troppo…) decisi di andarci un fine settimana con una mia cara amica, Ylenia, e la sua Bonneville scoppiettante (scoppietta davvero, in rilascio!)

Lago Trasimeno

Siamo state fuori solo due giorni, ma finalmente insieme da sole per le campagne toscane, libere di perderci (perché ovviamente ci siamo perse), di scoprire luoghi e visitare paesini fuori dal tempo.

Siamo andate verso la Val d’Orcia. Le strade sono ben mantenute, l’asfalto è pulito, la strada non è MAI dritta, ovunque vogliate andare vi farete una mangiata di curve, aperte, dolcissime e divertenti. Noi ci siamo fermate nelle piscine naturali di Bagni San Filippo: un fiume di acque termali calde che scorre in mezzo a un bosco, un susseguirsi di sorgenti di acqua calda e vasche dove abbiamo fatto il bagno. La strada per arrivarci, soprattutto se andate in alta stagione, potrebbe farvi perdere la pazienza. Cioè, a me la fa perdere, ma io sono forastica e ne ho veramente poca, dovrete passare per un po’ in mezzo a pedoni, macchine che fanno inversione a U senza mettere la freccia e bambini che sbucano all’improvviso e parcheggerete probabilmente sulla ghiaia e sotto al sole. Ma questi sono dettagli che si dimenticano presto una volta arrivati al fiume. Potete anche fare come noi e mettervi sotto una delle cascatelle naturali a rilassarvi. Nota: questa acqua fa mui bien alla pelle 🙂

Se continuate a percorrere il fiume, arriverete a quella che viene chiamata “La balena Bianca”, una monumentale formazione calcarea che l’acqua scorrendo ha scolpito nei secoli. Vale la pena vederla, è molto suggestiva. Grazie Yle che mi hai proposto questa breve fuga al femminile!

Dopo questo primo e breve assaggio di Toscana con Ylenia, ho deciso di ritornarci poco dopo e fermarmi qualche giorno in più, questa volta nel Chianti. Prendere la Superstrada SS77 dalle Marche è stata una PESSIMA IDEA! Il viaggio non è lungo, ma ad Agosto, sotto il sole, con l’asfalto rovente, il casco, la giacca, le protezioni, i jeans, gli stivali, il vento caldo…. E’ stato un tantinello faticoso. Litri di Gatorade a ogni autogrill!
Prima di andare al B&B, dopo tutti quei caldi km di superstrada, mi regalo qualche curva:

https://goo.gl/maps/5sbJDYPxoKN2

Quello zigzagare che vedete è una goduria pazzesca! L’asfalto è una pista, ci sono pochissime macchine e moto, si sale e si scende danzando tra alberi e colline.

Nella mia camera la sera pianifico il tour del giorno successivo. Nota… per essere sincera con i miei lettori, non è che la pianificazione io l’abbia proprio fatta da sola, chi mi conosce sa che non ho un gran senso dell’orientamento 🙂 Ma questa è un’altra storia.

Il giorno dopo quindi parto dal mio B&B vicino Firenze e seguo questo tragitto: https://goo.gl/maps/w2f6JZ4WuPv

Un’altra epocale mangiata di curve! La beatitudine e il relax del mio andare sono stati per un attimo interrotti da un giga cervo comparso all’improvviso che si è messo a zompettare allegramente sulla strada obbligandomi a una inchiodata assassina! Nonostante non abbia l’Abs non sono caduta e dopo lo shock iniziale, sono ripartita… piano piano, un po’ sul chi va là.

Due erano le tappe principali di questa giornata: la prima era il Castello di Brolio, appartenente alla famiglia Ricasoli. Nel corso dei secoli ha subito assalti e distruzioni, motivo per cui il maniero è stato più volte ricostruito, portando i segni di epoche diverse. Il castello troneggia immerso nella tenuta dei conti Ricasoli e regala una vista mozzafiato che si apre sulle dolci colline e le strade di campagna.

L’altra tappa della giornata era Podernovi, stessa tenuta dei Conti Ricasoli, nel casolare dove è stato ambienta “Io Ballo da Sola”, film di Bertolucci del 1996 che ha consacrato una giovane e bella Liv Taylor.

Per raggiungere questo casolare bisogna percorrere qualche centinaio di metri di sterrato, niente di difficile, e non è del tutto chiaro se la strada sia libera o privata: le catene sono inutili se sono facilmente aggirabili.

Purtroppo il casolare è totalmente abbandonato, mangiato dalle erbacce e rovinato dalla incuria del tempo. In alcune stanza si possono ancora trovare il mobilio e gli oggetti di scena del film, altre invece sono state totalmente spogliate anche del pavimento. Nonostante l’incuria, mi godo l’emozione di vivere un posto che ha dato vita ad un film a suo modo evocativo, per questo non ho potuto evitare di entrare in quella casa e… ballare da sola, of course.

Per il terzo giorno ho in programma di visitare l’ Abbadia di San Galgano. questo il tragitto:

https://goo.gl/maps/FF25bsePV8n


Si parte in tarda mattinata, con calma, perchè il mototurismo è bello, ma sono in vacanza, e ogni tanto dormo anche io.

Mi lascio cullare dalla strada fino all’ora di pranzo, quando scopro questo piccolo e accogliente paesino, Volpaia, una frazione di Radda in Chianti, un borgo fortificato di origine medievale. Ci sono giusto un paio di curvette di sterrato per raggiungerlo, ma anche in questo caso niente di troppo wild. Fa caldo, molto caldo, non si trova un posto dove lasciare la moto all’ombra. Mi fermo in un ristorantino molto semplice e accogliente dove finalmente riposare e rinfrescarmi, togliermi un po’ di polvere e sudore, ma, causa siccità, manca l’acqua… seriously?!?!

Dopo pranzo, ancora impolverata e sudata, riparto per l’Abbadia di San Galgano. Due info veloci: San Galgano è un’abbazia cistercense ad una trentina di chilometri da Siena, nel comune di Chiusdino. L’Abbazia è completamente in rovina, sono rimaste le sole mura, manca il tetto e la pavimentazione. La storia purtroppo non è stata clemente con lei: guerre, saccheggi e cattiva gestione hanno ridotto il luogo ad uno scheletro.

A San Galgano troverete anche la famosa spada nella roccia. La storia vuole che San Galgano conficcò la sua spada in una roccia per farne una croce.

Torno indietro per riprendere la strada di casa, passando poi per Colle val d’Elsa e Poggibonsi. Questa volta sono davvero stanca, ordino una pizza e e la mangio a bordo piscina, like a diva

Il giorno dopo è il gran giorno, quello dei passi!

https://goo.gl/maps/sLuiKYbkbaJ2

Parto da Pontassieve e mi dirigo verso il mitico Muraglione. Era da quando avevo preso la patente che volevo andarci. E’ un valico dell’Appennino tosco romagnolo che sale fino a 907 metri sul livello del mare e prende il suo nome dal grande muro in pietra costruito nel 1836 che riparava (e ripara) dai forti venti tipici della zona. E’ una meta cara a tutti i motociclisti, un must. Ci vado di lunedì, sapendo che sarebbe stato meno affollato del solito.

Ci sono infatti solo due fighissimi vecchietti in vespa. Una goduria! La mancanza di altri motociclisti e di macchine rende l’esperienza piacevole, a tratti veloce, a tratti più lenta, posso fare come voglio, andare piano e accelerare un pochino se mi va, posso cantare e ridere sotto il casco, non soffrire neanche il caldo e godermi l’andare. Il puro andare.

Arrivo in provincia di Forlì per pranzare a Rocca San Casciano, da cui riparto dopo pranzo alla volta di altri due passi: Passo Tre Faggi, ancora in Emilia Romagna,  e Passo Della Calla, in Toscana.
Questi due percorsi alternano curve e tornanti in mezzo ai boschi a tratti più aperti dove lo sguardo si apre al panorama. Salendo di altezza, la giacchina estiva traforata fa sentire un po’ di arietta, soprattutto quando sulla Calla mi sorprende la pioggia, ma mi godo l’acqua, pensando al caldo di quei giorni e alla siccità.

Mi fermo una mezz’oretta aspettando che smetta di piovere, per fortuna protetta dagli  alberi, seduta in mezzo al fango. Sono davvero fortunata: le strade sono deserte.

Passo Tre Faggi si inerpica su una brulla montagna, l’asfalto non è sempre perfetto, ma la vista è meravigliosa. Passo Della Calla invece regala un asfalto tipo pista, le curve si alternano in mezzo ad alti alberi, e questo non permette sempre una bella visuale sul paesaggio; in compenso trovo davvero suggestivo guidare in mezzo a un bosco.

Passando poi per Poppi, vado verso l’ultimo passo della giornata, Passo della Consuma, un serpente di discese e salite aperte sui vigneti del Chianti. La visibilità è ottima, tanto da poter azzardare un po’. Attenzione invece a qualche tornante con asfalto non proprio pulito! Dal Passo della Consuma, ridiscendo verso Pontassieve e via in hotel.

Il giorno dopo sarei dovuta ripartire per la fine della vacanza… ma non volevo proprio tornare a casa. Il caso ha voluto assecondarmi: entro quasi casualmente in contatto con una mia cara amica motociclista senese, la pazza mitica Flo, che all’epoca aveva una Aprilia Caponord 1000, una mucca di moto che solo lei poteva guidare. Mi invita a fermarmi un altro giorno e a dormire a casa sua in campagna. Ovviamente accetto.

Il mattino successivo quindi parto verso Siena per incontrarla. Prima però faccio una breve deviazione verso Lucignano d’Arbia, uno dei luoghi di passaggio della Via Francigena.

https://goo.gl/maps/3yMr1ELVwd92

Lucignano conserva ancora le due porte d’accesso al castello, una a nord e una a sud, visibili l’una dall’altra! Il paese è rimasto quasi del tutto intatto e sono ancora visibili la torre di guardia, il pozzo medievale, molti stemmi ed iscrizioni.

La città rovente è deserta. Non ci sono bar né ristoranti aperti, trovo solo un hotel stellato dove entro molto affamata e molto poco elegante. La cucina è chiusa, mi dicono. La mia faccia deve essere stata molto espressiva perché mi propongono di fermarmi comunque e mi offrono un tagliere di affettati, formaggi e del pane. Per cui ho praticamente mangiato dei panini all’ interno di una sala di lusso di un hotel ancora più di lusso! A volte gli imprevisti sono vantaggiosi.

Rifocillata, mi rimetto in sella per incontrare la Flo. Con lei percorro gli ultimi km immersi nelle crete senesi. Rispetto al Chianti o alla Val d’Orcia, le crete senesi sono più brulle, meno verdeggianti. Io ho la fortuna di viaggiare con chi in questi posti ci abita e sa dove portarmi: ad esempio su un belvedere da cui si apre una vista a 360° .

Mi avevano parlato di alcune sculture presenti poco più avanti, una sorta di piccolo parco di Land Art: Site Transitoire di JeanPaul Philippe. Ci troviamo a Leonina, comune di Asciano, dove l’artista ha realizzato una finestra, una sedia e un banco, una casa immaginata come “luogo di passaggio”. Una scultura insomma sia permanente che transitoria, in dialogo con la natura.

Ce ne andiamo verso casa di Flo per l’ultima notte. La mattina dopo sarei ripartita con calma per tornare verso casa.

Il racconto del mio piccolo tour motociclistico della Toscana finisce qui.

Come avrete capito non è stato esattamente rilassante o confortevole, ma non era il comfort che cercavo. Quello che volevo l’ho trovato: la bellezza e il silenzio.